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INFERNO BIANCO AL CHRISTMAS FILM FESTIVAL PESCASSEROLI (AQ) 28 DICEMBRE ORE 21.30

INFERNO BIANCO
AL CHRISTMAS FILM FESTIVAL
PESCASSEROLI (AQ) – 28 DICEMBRE
ORE 21.30 SALA DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO
VIA SANTA LUCIA
ABRUZZESI E NON INTERVENITE!!!
GRAZIE A BARBARA CANNATA DIRETTRICE ARTISTICA
DEL CHRISTMAS FILM FESTIVAL
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la guerra civile americana- cause

A CURA DI STEFANO JACURTI- 2004

La guerra civile americana si pone fra i grandi conflitti della storia come spartiacque

tra le guerre napoleoniche e la prima guerra mondiale, la cosiddetta “Grande guerra”.
Infatti, se il modo di combattere dei due eserciti ricalcava il modello delle guerre dell’età’ d’oro di Napoleone,

l’avvento delle nuove armi sconvolse gli schemi iniziali delle forze in campo, anticipando di quasi mezzo secolo il primo conflitto mondiale.
Trincee, mitragliatrici primordiali, palloni per l’osservazione delle truppe nemiche e persino i primo scontro in mare tra navi corazzate della storia, nonché i sommergibili.
In questo contesto di per sé già terribile come ogni guerra ha sempre prospettato,

il tutto assunse delle proporzioni colossali, sconvolgendo e bagnando di sangue il suolo americano alla pari di un girone dantesco.
Alla fine della guerra si contarono più di seicentomila caduti, cifra mai raggiunta per gli Stati Uniti che supera ancora oggi il numero dei caduti della rivoluzione americana, delle due guerre mondiali e del conflitto in Vietnam.

Le origini dell’istituzione peculiare: lo schiavismo:

 Le navi negriere furono soltanto l’ultimo atto di una tratta che aveva profonde radici nella storia stessa.
E’ impossibile quantificare quanti schiavi siano stati prelevati dalla loro terra, si può calcolare per difetto che nel Brasile prima del 1850 siano stati trasportati dodici milioni di neri. Fra il 1680 ed il 1786 le colonie inglesi in America importavano oltre due milioni schiavi, un altro milione raggiunse la nuova nazione degli Stati Uniti dopo questa data, ed altri due milioni finirono nelle colonie spagnole.

Il viaggio per molti di questi sventurati era un passaporto per l’inferno.

Ammassati uno sull’altro nelle stive, denutriti, ammalati, sofferenti per il mal di mare morivano a centinaia.
Chi non poteva più essere venduto perché ridotto ad una larva umana, veniva gettato in pasto agli squali, anche per alleggerire il carico di una nave zeppa fino all’inverosimile.La tratta degli schiavi si protrasse per più di quattrocento anni. Negli Stati Uniti fu una delle cause, ma non la sola come in modo un po’ troppo ottimista si crede, della guerra civile.
Il 1782 aveva visto le giubbe rosse inglesi risalire mestamente i pontili delle navi da dove pochi anni prima erano baldanzosamente discese.

 La rivoluzione Americana era stata portata avanti dalle giubbe blu di George Washington con grande successo.

le giubbe rosse Inglesi si arrendono. E’ la fine della rivoluzione Americana

I nuovi americani avevano dimostrato sul campo di battaglia di essere un esercito serio, superando le prime fasi di guerra dove regnava ancora l’improvvisazione e che fece erroneamente pensare agli inglesi di aver facilmente ragione di un pugno di coloni furibondi. L’unità d’intenti era stata totale,

fomentata da un risentimento verso una madre patria, l’Inghilterra, troppo lontana ormai per entrare nei cuori di questi coloni.

Inghilterra più tiranna che madre quindi.

Molta strada era stata fatta da quel giorno in cui alcune casse da the erano state gettate in mare a Boston,

(e di questo i futuri nordisti andarono fieri per anni) accendendo gli animi. Osservando però lo sviluppo di queste colonie questo era tutt’altro che uniforme

 e se il dopo rivoluzione pose le basi per la nascita di una grande potenza mondiale, questa all’interno era formata da due nazioni, con anime, mentalità culture, completamente diverse.

Le colonie del nord avevano avuto uno sviluppo più industriale favorendo, l’operosità in un continuo cambiamento sociale.
Un mondo sempre in movimento, preso dalla frenesia, dalla sete di sapere, dalle prime invenzioni, da uomini perseguitati e poveri in Europa ma con una forte determinazione. Uomini che spesso raggiunsero l’apice nella loro professione o mestiere venendo dalla gavetta.

Questo modo di vivere, di pensare e soprattutto di guardare ad ovest forgiò con pregi e difetti, il vero spirito americano, così tipicamente yankee.
Quell’essere orgogliosi di sventolare ai quattro venti: mi sono fatto da solo! Erano per lo più inglesi (ex) irlandesi, olandesi. Il loro verbo era fare, cercare, viaggiare e forse un po’ ingenuamente, sognare. Ma soprattutto mostrare i denti , specialmente agli inglesi, e questa volta anche con un’economia fortissima, con l’industria, col protezionismo sul materiale locale.
Era la grande nazione, l’America, ma soprattutto come la chiamavano tutti, l’Unione.

Washington era la capitale, ma altre città importanti iniziavano ad espandersi come Filadelfia, Baltimora e Boston città dall’anima intellettuale,

che non era capitale di nulla ma che aveva tutte le componenti da vera leader forse anche più di Washington, ed uno stato,

il Massachussets di grande impulso morale e puritano, mentre al sud si può identificare la Virginia come stato pilota della futura Confederazione.

Le colonie del sud comunque non furono  molto interessate a tutto questo fermento

 (si intende sempre un fermento distribuito in un lasso di tempo di un secolo).

Il sud aveva  uno sviluppo più agricolo dove le regole di vita erano dettate dal re cotone e dal principe tabacco.

Era un mondo chiuso alle innovazioni, tradizionalista, ma a suo modo operoso, attivo. Una delle caratteristiche del tipico uomo sudista era l’attaccamento alla famiglia, all’eredità dei padri, alle caste. C’era in questi colonie oltre ad una discendenza Inglese, e questo fu inevitabile come al nord, anche una forte componente francese, che aveva introdotto quello sciovinismo così aristocratico della grande Francia.
Una componente importante di questa società stava in un elemento che potrà apparire banale ma che la diceva lunga sul modus vivendi.

C’era infatti in questi americani scarso interesse verso la frontiera, verso l’ovest, per varie ragioni.

La prima andava ricercata nella agiatezza e nella ricchezza dei piantatori. Non era gente povera costretta ad emigrare ad inseguire un sogno poiché non ne aveva affatto bisogno.
Un’altra ragione era da ricercare nel provincialismo così tipico di queste situazioni non solo in America.

Il colono del sud si sentiva prima un Virginiano, poi un Americano. La sua grande nazione era li a portata di mano. Questi aristocratici (anche se tutti non lo erano e alcuni cercavano di imparare scimmiottando gli altri) avevano poche risorse, ma solide, poche idee e poca voglia di conoscere ed aprirsi, ma tutto questo era compensato dal grande orgoglio di appartenere al vecchio sud.
Una delle componenti d’orgoglio era l’aver dato i natali a un grande Americano come George Washington,

virginiano, che aveva cacciato gli inglesi, ma che era meglio tenere ancora in alta considerazione poiché questi signori d’oltreoceano acquistavano il cotone.

Se gli inglesi acquistavano il cotone,in compenso vendevano al sud macchine agricole, utensili, attrezzi ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello che vigeva al nord e questo cominciò a non piacere agli Yankees .I due americani, lo yankee e il dixie se fino a quel momento si erano limitati a percorrere strade diverse iniziavano ora a guardarsi in cagnesco. C’era chi cominciava già agli inizi dell’ottocento a lamentarsi delle tasse del nord, individuando nei nordisti i nuovi inglesi, e chi cominciava a scendere in piazza per manifestare contro lo schiavismo, iniziando crociate che scaldavano gli animi.
Ma cosa non sopportavano i nordisti del sud? E da dove nasceva il rancore degli stati meridionali per quelli più a settentrione?
Per un sudista lo yankee era un tipo che pensava solo ai soldi, ignorante, senza cultura, arrogante e troppo curioso. Un ficcanaso che si intrufolava nelle questione private per qualche secondo fine. Insomma se andava bene, un ladro.
Le cose viste da nord erano diverse. Il sud era la vergogna del paese, edun paese che voleva crescere agli occhi del mondo non poteva esser messo alla berlina a causa di alcune pecore nere della famiglia. Inoltre i sudisti veniva tacciati di presunzione,con quel misto di spavalderia fracassona che li rendeva antipatici. Inoltre la questione schiavismo era ormai nei discorsi di tutti ed un giovane avvocato del Kentucky ,Abraham Lincoln iniziava la sua carriera politica attaccando apertamente l’istituzione peculiare che tanto faceva discutere.

Nel frattempo, il paese cresceva e con esso anche una spaccatura sempre più profonda. “Una casa divisa non  sta in piedi” così avrebbe affermato Lincoln molti anni dopo.
Ma non c’era solo la “casa divisa” ma anche la chiesa. Al nord con i puritani che tuonavano fuoco e fiamme contro lo schiavitù e al sud con i presbiteriani che cercavano di spiegare agli schiavi che la loro condizione era voluta direttamente dal Signore e che quindi andava accettata. La famosa linea Mason-Dixon non era un semplice confine da un parallelo all’altro, ma qualcosa di ben marcato nelle menti umane di allora. Naturalmente le correnti politiche non fecero altro che raccontare menzogne per ricevere sempre più consensi. Da nord si diceva che tutti i piantatori erano degli aguzzini che imperversavamo su dei poveri infelici, che tutte quelle famiglie erano infette dal demonio, che accadevano delle cose orribili descrivendo il sud come una sorta di terra maledetta e di senza Dio dove regnava l’inferno.

Rovesciando il discorso la propaganda dei confederati non era da meno, descrivendo le città del nord come dei bordelli dove bianchi e neri vivevano insieme, dove dilagavano, corruzione e adulterio tra donne di facili costumi e dove un banchiere si sarebbe venduto anche sua madre pur di far soldi.

Gli anni che seguirono videro accentuarsi questi dissidi e a nulla valsero i compromessi, vedi quello del 1850 ,

 la possibilità di avere degli stati dove la schiavismo fosse legale edin altri assolutamente vietato.

Un paese metà libero e metà schiavo non sarebbe stato alla lunga più concepibile. Per quanto riguarda lo schiavismo in se stesso quasi tutti al sud possedevano schiavi, ma occorre fare delle distinzioni tra padroni umani e magnanimi (anche se la bontà non giustifica lo schiavismo) e veri e propri aguzzini, tra schiavi autentici e quelli più fortunati di loro, i maggiordomi. Una guerra oltre che battaglie, morte e distruzione e’ sempre portatrice di un altro elemento negativo: il caos e nel bel mezzo del quale anche in questo caso non si andò per il sottile con chi al sud comunque, possedeva schiavi e piantagioni. Tra i nordisti vi era l’ira per l’oltraggio alla nazione per la quale anche i nonni degli uomini del nord avevano combattuto, buttando a mare prima le casse da the, poi direttamente gli inglesi.

Se era vero che la Virginia diede i natali a Washington, nato al sud, altrettanto vero che la rivoluzione iniziò invece proprio a nord, a Boston. Fu l’oltraggio alla nazione più che la schiavitù, la ragione per cui milioni di americani presero le armi contro il sud. Non va dimenticato tuttavia il grande sforzo degli idealisti, del Senatore Douglas, un afro-americano, di Lincoln stesso, nemico della schiavitù fin da giovane ma che non potè e non volle dichiararla subito fuori legge per motivi di opportunità politica. Un presidente eletto in quel momento non rappresentava solo i nordisti ma tutti gli Stati Uniti. “Se dovessi salvare la nazione liberando tutti gli schiavi lo farei. Se dovessi salvarla senza liberarne neanche uno lo farei lo stesso.”
Queste frasi, pronunciate durante il discorso d’insediamento, non bastarono a scongiurare la guerra. I sudisti sapevano da tempo, poiché Lincoln già era in politica, che quell’uomo era un abolizionista. Contro la Confederazione si rovesciò anche quasi tutto il west. La California, l’Oregon, il Kansas e territori come il Montana, il Wyoming, il Colorado diedero anch’essi il loro contributo poiché erano abitati da coloni Yankee che inseguendo un sogno, “libero suolo, libero Stato” erano contrari alla secessione e allo schiavismo (Texas a parte).
Naturalmente questo andò ad influenzare in modo tragico e negativo la Storia degli indiani d’America.

TIPOLOGIA DEL CONFLITTO

 

Quando i confederati accesero la scintilla attaccando la guarnigione federale di Fort Sumter, la guerra dilagò, ma come spesso succede nessuna delle due parti realizzò in quel momento che tipo di conflitto andava delineandosi.
Pochi in Europa diedero importanza ai racconti e alle cronache degli osservatori stranieri. Quella che era scoppiata era una guerra strana, combattuta da gente che parlava la stessa lingua e che preparava alcune innovazioni belliche sconosciute agli europei. Furono cinque anni di cruente battaglie…
Bull Run, Manassas, Antietam, Shiloh, Gettysburg, Wilderness, Chattanooga, furono solo alcuni dei titanici e terrificanti scontri di quel tempo.
Solo a Gettysburg vi furono più caduti che a Waterloo.

I sudisti si recarono al fronte con lo spirito di chi deve difendere la propria terra, la propria casa,lo fecero con grande valore dal primo all’ultimo giorno del conflitto, ma non li spinse tanto l’idea dell’indipendenza del sud quanto l’autodifesa, anche se furono loro stessi i primi ad accendere il conflitto ignorando l’ultimatum di Washington.
I soldati e i civili di parte confederata non avvertirono quasi mai l’affezione per la grande nazione del sud,

 i loro occhi restarono puntati soprattutto sui propri luoghi, sul proprio stato, a volte sul proprio paesetto,

e il Presidente Davis si sforzò per instillare nella mente della sua gente che gli interessi del sud dovevano andare ben oltre che quelli ad esempio del Mississippi, ma della Confederazione tutta.
Se il governo sudista durò a lungo ciò fu dovuto allo spirito di abnegazione dei valorosi figli della Georgia, del Texas, della Virginia che seguirono i propri generali fino in fondo.

I sudisti videro il soldato Yankee come un invasore, ma forse sbagliarono metafora. Quella non era più la Rivoluzione Americana, dove c’era una nazione straniera con un esercito nemico come quello inglese da cacciare, dall’altra parte c’erano i soldati dell’Unione e la quasi totalità della Nazione che considerarono la secessione come un oltraggio all’intero paese nato per essere unito e come un ostacolo a un grande progetto.
La guerra vista dalla parte dei soldati blu, fu condotta pur se all’inizio con grande difficoltà sempre con un solo credo:la ricostituzione della grande unità nazionale e furono in tanti entusiasti a correre alle armi, dall’avvocato di Boston, all’operaio del Maine, al contadino dell’Ohio, al cow boy del Kansas, al cercatore d’oro californiano, che manifestarono il loro attaccamento alla bandiera a stelle a strisce.

Inoltre la questione schiavismo scaldava gli animi degli idealisti e l’abolizione della schiavitù (anche se non tutti combatterono per questo come si è portati a pensare in modo troppo ottimistico)

fece si che questa diventasse una guerra santa agli occhi del mondo.
Nel conflitto spiccarono personaggi come Grant, Sherman, Custer, Sheridan, Thomas, per l’Unione, Lee, Longstreet, Jackson, Stuart, Johnston per la Confederazione e tanti altri.
In particolare Grant e Lee si coprirono di gloria operando imprese spettacolari al limite delle risorse umane pur con tattiche e strategie completamente diverse tanto da indurre gli storici a definire Robert Lee l’ultimo generale antico, e Ulysses Grant il primo generale moderno.

IL GENERALE ULISSES SIMPSON GRANT

IL GENERALE ROBERT LEE

Altri aspetti non propriamente bellici ma strettamente legati ad essi, furono le conseguenze che la grande divisione trascinò con se: drammi familiari con parenti schierati dall’una o dall’altra parte, amicizie infrante, storie d’amore impossibili, secessioni nella secessione.
Parallelamente alle grandi battaglie che furono sempre di dimensioni gigantesche, vi fu la guerra condotta dagli “irregolari” filo-nord o filo-sud che seminarono il terrore in quella striscia di terra dei border states, gli stati di confine. E qui di militare non ci fu nulla; furono solo uomini senza scrupoli spinti dalla follia omicida che cavalcò la guerra per appagare rancori personali. In questo tipo di conflitto, nel Kentucky, nel Missouri, dove la presa di posizione per una parte o per l’altra non fu mai propriamente univoca ma distribuita a macchia di leopardo, si attaccava il ranch del vicino, si impiccava uomini, si uccidevano i civili, si bruciavano le case.Tristemente note furono le orde filo confederate di William Quantrill nelle cui file militavano i fratelli James, (Jessie e Frank) che più volte si macchiarono di grandi atrocità come il massacro di Lawrence in Kansas dove la popolazione civile fu uccisa spietatamente.
Nelle file unioniste tristemente noto fu il generale Lane vero bandito, che con i suoi uomini impiccava sul posto i simpatizzanti sudisti senza alcun processo o prove certe. Praticamente un boia. Nei border states, insomma, non ci furono grandi battaglie ma in proporzione fu ancora peggio.
Contrariamente a quanto si pensò all’inizio, la cavalleria durante la guerra civile non venne impiegata molto durante le varie battaglie, ma per azioni mordi e fuggi, come le incursioni contro piccoli depositi, il taglio dei rifornimenti del nemico,staffette portaordini, missioni di esplorazione.
Ci furono comunque battaglie di cavalleria come Yellow Tavern, Brandy Station, Cedar Creek. Forse l’unica battaglia veramente Western resta Glorietta Pass.

La giacche grigie ebbero con Stuart e Forrest la migliore cavalleria del conflitto fino agli inizi del 1863. I piantatori di un mondo rurale come il sud erano tutti ottimi cavalieri, anche se non appartenevano al west (a parte il Texas) e si trovavano in sella a proprio agio più del notaio di Filadelfia che se addestrato a dovere, poteva anche diventare un ottimo soldato di cavalleria, ma quanto ci sarebbe voluto? Per questo nel 1863 Sheridan e Grant ristrutturando completamente la cavalleria nordista e arruolando più che altro uomini dell’ovest tipo volontari del Colorado, o del Ohio o del Kansas, dimostrarono di aver visto “lungo” inviando contro i cavalieri del rurale sud, uomini del west. In quei frangenti decisivo fu l’apporto del giovane Custer, che con il suo coraggiosa incoscienza vinse gli scontri , sconfiggendo persino il grande Stuart. Comunque, la natura del terreno, spesso al sud paludoso, (poiché a parte Antietam e Gettysburg, si combatte più sul suolo confederato) permise solo pochi scontri anche se cruenti dove i maestri Stuart, Mosby, per il sud e Custer e Buford per il nord ebbero modo di mettersi in luce.
La civil war fu soprattutto una guerra di fanteria e di artiglieria. L’avvento del cannone a canna rigata migliorò il tiro degli artiglieri rendendolo micidiale.

Tutto questo fece si che si aprissero grandi vuoti nelle file nemiche causando paurose perdite da entrambi le parti.

 I medici della guerra civile ebbero il loro da fare in ospedali da campo improvvisati , con amputazioni a cielo aperto, scarse scorte di medicinali, poche dosi di anestetico. L’alcool fu l’unica soluzione per alleviare l’atroce operazione come l’amputazione di un arto, ma venne usato anche in grande quantità prima degli assalti.
Altre innovazioni furono il fucile ad avancarica , le trincee, ma queste innovazioni furono per un po’ di tempo , soprattutto all’inizio del conflitto, accompagnate da tattiche Napoleoniche con esiti devastanti.
L’Unione all’inizio della guerra faticò a trovare un vero leader, diversi generali vennero da Lincoln sostituiti dopo le prime sconfitte anche perché dall’altra parte della barricata il sud trovò prima del nord i suoi condottieri in quanto West Point era al sud. E’ anche vero come la storia insegna, che spesso essere primi a West Point può in guerra non significare nulla, Grant in accademia si classificò tra gli ultimi, sui campi di battaglia fu tra i primi. Il generale Lee insieme a Jackson e Longstreet formarono comunque uno staff militare di prim’ordine.
Così dopo accesissime polemiche, risse tra deputati, giornali che incendiavano gli animi, e la follia del tipico entusiasmo giovanile si pensò alla guerra aspettando solo la scintilla iniziale.
Si giunse quindi alla svolta cruciale.
Non si riuscì più a trovare un accordo. I nordisti costituzione alla mano, affermavano che al di la di tutto, l’unione era indivisibile , i sudisti invece si appellavano alla sovranità degli stati, cioè ogni stato era libero di governarsi a modo proprio, schiavismo o no. In realtà gli interessi economici di entrambe le parti erano fortissimi.
Al nord facevano gola i porti del sud, l’obbiettivo del sud era quello di espandere il più possibile lo schiavismo per lavorare il cotone e venderlo all’Inghilterra e al mondo. Si arrivò così alla secessione dall’unione degli 11 stati sudisti nel momento che Lincoln fu eletto. I sudisti conoscevano quell’uomo per le sue idee abolizioniste.

La confederazione ebbe come presidente Jefferson Davis, istituì una sua Capitale Richmond in Virginia, creò un’altra bandiera ed un altro esercito. Gli undici stati sudisti furono: Virginia, North & South Carolina, Tennessee, Missisippi, Alabama,Texas, Florida,Georgia, Arkansas, Virginia, Louisiana.


JEFFERSON DAVIS PRESIDENTE DEGLI STATI CONFEDERATI

Mentre gli altri 21 stati (California, Oregon, Maine, New Hampshire, Vermont, Massachussets, Rhode Island, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Ohio, Indiana, Illinois, Michigan, Wisconsin, Iowa, Minnesota, Kansas, Delaware) si strinsero attorno all’unione seguiti in un secondo tempo dal Kentucky, Missouri, e Maryland che pur fornendo combattenti ad entrambe la fazioni, furono sempre controllati in leggera preponderanza dai nordisti.

Vai alla cronolgia essenziale delle battaglie combattute

LA GUERRA CIVILE AMERICANA

A CURA DI STEFANO JACURTI- 2004
 
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CIVIL WAR GIANTS- Stefano Jacurti- guerra civile americana

GUERRA CIVILE AMERICANA- CIVIL WAR GIANTS
DI STEFANO JACURTI- IL GIGANTESCO BLOG WORK IN PROGRESS
SULLA GUERRA DI SECESSIONE
 
 
 
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INFERNO BIANCO IN ONDA SU TV CENTRO MARCHE SABATO 16 OTTOBRE ORE 21

INFERNO BIANCO SU TV CENTRO MARCHE
SABATO 16 OTTOBRE ORE 21
AMICI MARCHIGIANI SINTONIZZATEVI SU TV CENTRO MARCHE
LA VOSTRA EMITTENTE REGIONALE, SABATO 16 ORE 21
IN PRIMA SERATA IL WESTERN DI STEFANO JACURTI
REGIA EMILIANO FERRERA E STEFANO JACURTI
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FILM E RACCONTI WESTERN A ROMA SABATO 2 OTTOBRE CAFFE’ LETTERARIO MANGIAPAROLE

STEFANO JACURTI E I RACCONTI WESTERN
DEL BAULE NELLA PRATERIA
CON LA PROIEZIONE DI INFERNO BIANCO DA
MANGIAPAROLE- VIA MANLIO CAPITOLINO 7/9
A ROMA SABATO 2 OTTOBRE ORE 17.30
ROMANI INTERVENITE!!
ANCHE IL ROMANZO WESTERN DI
DAVIDE TOMMASINI!


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IL NUOVO TRAILER DI INFERNO BIANCO

CARI AMICI VI PRESENTO IL NUOVO TRAILER DI INFERNO BIANCO
 CLICCATE SUL LINK IN BASSO- ORA FUNZIONA!!!!:)
 
 
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INFERNO BIANCO A RETE ORO TV SABATO 31 LUGLIO ORE 23.30

ROMANI! DOPO 21 PROIEZIONI IN TUTTA ITALIA
INFERNO BIANCO IN ONDA SU  RETE ORO TV
SABATO 31 LUGLIO 2010 ORE 23.30
 
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il GENERALE GRANT E LA PRESA DI VICKSBURG

A PUNTATE TUTTA LA CAMPAGNA DI VICKSBURG
DEL GENERALE GRANT SU GIANTS OF CIVIL WAR
IL GRANDE BLOG SULLA GUERRA CIVILE AMERICANA
 
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GUERRA CIVILE AMERICANA: ENTRA IN GIANTS OF CIVIL WAR!

GUERRA CIVILE AMERICANA: ENTRA IN GIANTS OF CIVIL WAR
DI STEFANO JACURTI
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